Fino a qualche secolo fa, il 24 agosto a Bologna non era un giorno come gli altri. Al mattino, nella basilica di San Petronio si celebrava la messa di San Bartolomeo, mentre fuori, in Piazza Maggiore, cominciavano i preparativi di una delle ricorrenze più stravaganti della città: la Festa della Porchetta.
Il vero divertimento iniziava nel pomeriggio, quando si svolgevano un palio, dei giochi e venivano rappresentate battaglie navali o altri imponenti spettacoli all’aperto, diversi di anno in anno. Un appuntamento immancabile (e anche il più atteso), però, era la gittata alla marmaglia.
Tutto iniziava con una processione. Ma la banda non precedeva né un prete né un santo, bensì un cavallo con in groppa un’enorme porchetta, adorna di fiori. Un’appetitosa fragranza si spandeva per tutta la piazza ma in molti erano troppo distratti per farci caso. Dalla balconata di Palazzo d’Accursio, i notabili bolognesi lanciavano volatili, selvaggina, dolci e monete d’oro al popolo che cercava di raccoglierne il più possibile armato di sacchi, borse, lenzuola; spintonandosi e prendendosi a calci e a pugni. Il massimo della brutalità avveniva quando anche la porchetta compariva in cima al palazzo, annunciata dallo squillo delle trombe. Da qui, l’enorme maiale arrostito veniva lanciato sulla folla, accompagnato da brodo e grasso bollente. La gente inferocita combatteva per impossessarsi di un brandello di carne mentre le milizie avevano il difficile compito di limitare ferimenti e uccisioni.
L’edizione del 1697 della festa fu particolarmente interessante per chi amava questo genere di divertimento. Tra gli spettacoli che si precedevano il lancio alla marmaglia fu proposta la rivisitazione di una celebre caccia al maiale organizzata molti secoli prima, in occasione del matrimonio di Garcia Re di Navarra. Un gruppo di uomini «armati di nodosi bastoni» entrò in Piazza Maggiore, in un’arena recintata nella quale furono liberati diversi maiali. Questi, impauriti, iniziarono a correre all’impazzata, preoccupati per il loro destino. A ragione, visto che erano il premio per chi li avesse uccisi. A complicare le cose c’era il fatto che i contendenti erano tutti bendati. Il loro barcollare, gli scontri, le cadute, i colpi dati ai compagni invece che alle bestie pare fosse uno spettacolo particolarmente esilarante per il pubblico dell’epoca. Al termine della gara i poveri maiali erano tutti morti, più per caso che per bravura dei partecipanti.
Celebrata per quasi cinque secoli, tra il 1249 e il 1796, la festa della Porchetta scomparì con l’inizio della dominazione francese. Nonostante qualche tentativo di recupero, oggi nessuno lancia più porchette dall’alto né uccide maiali a bastonate. Almeno non in Piazza Maggiore.
Per approfondire:
Giulio Cesare dalla Croce. La vera historia della festa della Porchetta, che si fa ogn’Anno in Bologna il giorno di S. Bartolomeo. Heredi di Gio. Rossi, 1599.
Relazione e disegno della fiera e festa popolare della porchetta fatta in Bologna l’anno 1697. 1697.
Relazione e disegno per la solita festa popolare della porchetta fatta in Bologna il dì 24 agosto 1693. 1693.