La vita di William Shakespeare è densa di misteri. Di ciò che il poeta e drammaturgo inglese ha fatto tra il giorno del suo battesimo e il momento in cui appare sulla scena letteraria inglese, ad esempio, non sappiamo quasi nulla. Ha mai lasciato il suo paese? È stato un cacciatore di frodo? Un marinaio? Ha lavorato come insegnante di campagna? Che aspetto aveva veramente? Gli storici, finora, hanno fatto soltanto supposizioni. Singolare per un autore di cui sono giunte fino a noi quasi tutte le opere. Tutte, tranne una o due.
Pene d’amor vinto
Tra i lavori di Shakespeare elencati nel volume enciclopedico Palladis Tramia, dello scrittore Francis Meres, compare una commedia dal titolo Pene d’amor vinto, composta nel 1583 e, probabilmente, pubblicata nel 1603. Alcuni studiosi ritengono possa trattarsi del seguito di Pene d’amor perduto. Per altri sarebbe soltanto il titolo alternativo di un’opera di Shakespeare a noi nota. Nel 2014, la Royal Shakespeare company di Stratford-upon-Avon, città natale del poeta, ha messo in scena Molto rumore per nulla presentandolo col titolo Pene d’amor vinto. Tuttavia, secondo l’esperto di letteratura elisabettiana Leslie Hotson, invece, l’opera potrebbe essere ciò che conosciamo come Troilo e Cressida.
Il ritratto di Chandos
Il dipinto nella foto in alto è conosciuto come Ritratto di Chandos. Raffigura un uomo con l’orecchino d’oro, lo sguardo sornione e l’aria di chi la sa lunga. Oggi è considerato uno dei ritratti più noti del poeta. In effetti, il soggetto somiglia molto all’uomo rappresentato nell’incisione presente sul frontespizio del First Folio, la prima pubblicazione delle opere di Shakespeare. Eppure, gli storici dell’arte non sono ancora riusciti a stabilire con certezza se il soggetto raffigurato nel Ritratto di Chandos sia effettivamente William Shakespeare.